C’è un momento preciso in cui capisci che qualcosa è cambiato: tuo figlio ti chiede se può installare Discord e tu, per non fare brutta figura, rispondi “vediamo”, mentre nella tua testa parte Google a razzo. Oppure ti accorgi che parla fluentemente una lingua fatta di messaggi vocali da 4 minuti, meme oscuri e frasi tipo “oggi non posto su BeReal perché non mi sento estetico”. E tu, onestamente, ti senti un po’ fuori gioco.
Questo corso nasce da qui. Non per trasformarci in esperti di algoritmi o infiltrati digitali, ma per fare un po’ di chiarezza e, soprattutto, per ridurre la distanza. Perché non è vero che “noi alla loro età stavamo fuori tutto il giorno e si stava meglio”. È solo che fuori, adesso, spesso ci stanno col telefono in mano. E dentro quel telefono ci sono relazioni, identità, emozioni. Anche rischi, certo. Ma soprattutto una vita che vale la pena conoscere.
Qui non cercheremo tabelle di regole da appendere al frigo o discorsi apocalittici sul metaverso che ci ruba l’anima. Analizzeremo strumenti semplici, parole comprensibili e un’idea di fondo: educare non è controllare, è accompagnare. E farlo nel digitale non è diverso da farlo altrove. Serve ascolto, presenza, e qualche trucco tecnico in più.
Il resto, lo vediamo insieme. Senza giudicarci. E senza installare TikTok (a meno che non vogliate davvero, ma poi non dite che non vi avevo avvisati).
I due incontri sono realizzati all’interno del progetto Gener-Azioni cod 2020-EDU-01703, selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.